lunedì 2 maggio 2011

Claudio Della Volpe. Chimica e uomo

2011 Anno Internazionale della Chimica

Chimica e uomo: dove è il problema?
http://civettaeolivo.splinder.com/post/24510810/chimica-e-uomo-dove-e-il-problema


Il 2011 è l'anno internazionale della Chimica, insomma un momento di riflessione sul ruolo di questa disciplina. Come molti altri chimici sono parecchi anni che rifletto su questo ruolo e credo sia il momento di tirare qualche conclusione. A differenza di altre discipline come la fisica, la biologia o la matematica la chimica non ha una buona immagine presso l'opinione pubblica; basti pensare all'uso aggettivale di fisico, chimico, biologico o matematico; rifletteteci un momento. Di questi quattro termini aggettivali chimico è l'unico che ha un'accezione negativa, fortemente negativa. Biologico viene contrapposto addirittura a chimico; fisico tutto sommato è neutro, matematico ha comunque il senso di esatto, preciso, casomai da un'idea noiosa, ma non negativa.

Chimico no; chimico è sporco, tossico, pericoloso. Perché ? Eppure la Chimica secondo la letteratura scientifica è "la scienza centrale" http://it.wikipedia.org/wiki/Scienza_centrale che fa da raccordo fra le scienze esatte come la matematica e la fisica e le scienze e tecnologie più specifiche ed applicate. La Chimica è uno snodo potente che consente di passare dai voli pindarici della matematica e della fisica teorica alla pratica della produzione materiale.

E' sicuramente vero che la Chimica è mal conosciuta e che il linguaggio comune fa confusione fra sintetico e chimico; eppure occorre riconoscere alcune cose: i materiali sintetici, questo sarebbe l'aggettivo esatto nella maggior parte dei casi al posto di chimico, non solo sono di produzione chimica, sono ottenuti attraverso processi chimici, ma possono anche avere alcune differenze: come la presenza di impurezze diverse da quelle che si trovano nel medesimo prodotto di origine naturale o a volte la presenza di un diverso contenuto isotopico; non sempre questo modifica in modo significativo l'uso del prodotto e molto spesso lo rende solo meno costoso; bastano le differenze che dico per dare una immagine negativa alla chimica?

Gli industriali chimici hanno prodotto alcune delle maggiori catastrofi che si ricordino come: Seveso, Bhopal, Minamata. Tuttavia catastrofi altrettanto grandi potrebbero essere usate contro altri specialisti; che so il Vajont, il caso del monte Toc potrebbe essere usato contro gli ingegneri o i geotecnici, anche se a dire il vero anche lì i responsabili sono stati piuttosto ben precise persone, non un'intera categoria, ma non mi pare che il termine ingegneristico sia usato in senso negativo. Insomma quale è la specialità della chimica per assurgere a questo livello di negatività nel linguaggio comune?

La chimica in realtà è una antica specialità umana se si fanno rientrare in questa specialità processi come la produzione del ferro o del rame, fra i primi processi metallurgici usati, che sono processi chimici; ma che dico? E la combustione? Essa è in assoluto la prima operazione chimica mai attuata da un ominide; è stata proprio la combustione, l'invenzione del fuoco, copiando forse la natura a farci uscire dal nostro stato "ferino". E' forse qui il segreto?

Nello scoprire che un'antica arte, la prima da potersi definire umana si è rivolta contro di noi? In fondo il più grande problema odierno è proprio dovuto all'uso scellerato ed eccessivo delle combustioni di combustibili fossili che stanno alterando il clima planetario mettendo in forse la nostra civiltà se non la nostra esistenza.E allora ce la prendiamo con quest'arte invece di
prendercela con noi stessi e la nostra incapacità di dominare il nostro egocentrico io?

La chimica ha inoltre provato di essere capace di sintetizzare i materiali della vita; non sto parlando della sintesi dell'urea,; no dopo Wölher, Miller http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_di_Miller-Urey negli anni 50 del secolo scorso ha dimostrato che basta poco, un'atmosfera riducente e qualche scarica elettrica per avere praticamente tutti i mattoni della vita, come noi la conosciamo; forse è questo il peccato mortale della Chimica? l'aver scalzato la vita dall'altare religioso ed averla riportata con i piedi sulla terra? paghiamo noi chimici questo assalto al cielo, questo aver voluto dimostrare che non c'è nulla di strano: siamo figli delle stelle, i nostri processi non sono diversi da quelli "inorganici"; la maledizione di qualche dio sconfitto e mandato a mangiare la polvere ci ha raggiunto? Il materialismo insito nella Chimica non è certo nel cuore delle burocrazie religiose, ma nemmeno nel cuore dei popoli ad essi soggetti.

La Chimica ha reso ancora più inumana la guerra, una delle arti più terribili che l'uomo abbia inventato, una delle attività più umane e disumane al medesimo tempo. E' forse questo che paghiamo noi chimici? che gli strumenti prodotti dal nostro lavoro siano spesso strumenti di morte? Dinamite, agente orange? Ma allora chi ha inventato le frecce o le bombe atomiche?

Eppure contemporaneamente la Chimica ha inventato le pasticche miracolose, i farmaci, ha inventato la sintesi dei concimi, che ci hanno portato dai mille ominidi sopravvissuti alla catastrofe di Toba a diventare 7 miliardi; ha inventato nuovi materiali, come la plastica, che ci hanno facilitato la vita in modo incredibile; senza la chimica la nostra vita nella sua forma moderna non sarebbe mai stata così comoda; di più ! senza la Chimica la vita dell'ominide Homo sapiens sarebbe impossibile.

Ma forse è proprio questo il punto; contro la Chimica, la prima arte umana, la scienza centrale si esprime quell'odio viscerale che esplode in quell'aggettivo: "...chimico !..", si esprime l'odio per noi stessi, per la nostra incapacità di essere "umani", che proprio attraverso quest'arte, la prima e la più potente si manifesta in tutta la sua efficacia. Si esprime l'odio per noi stessi incapaci di essere sempre all'altezza del nostro ideale di uomo, di liberarci di quelle catene sociali e politiche che ancora oggi dopo migliaia di anni di religioni rivelate, di filosofie orientali, di tecnologia sofisticatissima ci vedono razzisti, socialmente divisi, pronti a
guerreggiare per le risorse, usando la chimica e la scienza in genere come strumento di dominio e non di liberazione.

L'uomo ha fatto la chimica a partire dal primo fuoco mai acceso e la chimica ha fatto l'uomo fino all'ultimo polimero prodotto oggi. Se l'uomo odia la chimica allora odia se stesso. Per liberare la Chimica e la Scienza da una accusa infamante deve liberare se stesso e ricostruire daccapo il suo assurdo ordine sociale.

L'ordine sociale attuale e il meccanismo produttivo attuale sono basati su un assurdo chimico; concepiscono come infinito il nostro mondo finito, concepiscono come infinita la produzione e il mercato, concepiscono una crescita che fa a cazzotti con i principi base della Chimica: conservazione della materia e dell'energia!

Ma allora è qui il problema? Qui, nel contrasto fra orizzonti infiniti di sviluppo mercantile e finanziario e la finitezza materiale che la Chimica moderna misura con i suoi strumenti di base? Finita è l'atmosfera in cui scarichiamo i nostri miasmi, finito il mare in cui li sciogliamo acidificandolo, finite le risorse che abbiamo finora bruciato.
Quelle risorse fossili sono come il tessuto meristematico e nutritivo del seme; ma per crescere il seme deve fare i conti con il fatto che il suo sviluppo non può essere infinito; che per crescere deve imparare ad usare il flusso solare, l'energia primaria fondamentale, quella si praticamente infinita; noi, il seme dell'umanità questi conti non li abbiamo ancora fatti e la Chimica ci obbliga oggi a tenerne conto. E' per questo che la odiamo?

1 commento:

  1. Ciao Claudio, complimenti!
    Cercavo proprio un testo come il tuo per spiegare la Chimica a degli studenti di Scuola Media.

    Pierandrea

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